Wardell Milan
On Beauty

 

Inaugurazione Giovedì 5 Maggio 2011 ore 19:00

Omero è stato senz’altro il primo cronista della storia del pugilato quando, nel XXIII libro dell’ Iliade, descrive la gara tra Eurialo ed Epeo durante i giochi funebri commemorativi della morte di Patroclo. E prima di approdare in TV, da Virgilio a Norman Mailer, da Bertold Brecht a Etienne Decroux, una nutrita letteratura racconta il fascino ruvido della boxe che – per le sue caratteristiche d’individualità, lotta diretta, fisicità, coinvolgimento crudezza – è l’immagine del dramma, della tensione della vita verso una liberazione o un riscatto, dove le difficoltà esistenziali sono rappresentate fisicamente, non idealisticamente. Il pugilato non è, infatti, lotta d’idee, ma di carne, sudore e sangue; ogni incontro reca con sé la metafora della sfida quotidiana.

Lo sa bene Wardell Milan (b. 1979, vive e lavora a New York), l’artista statunitense ospite della galleria annarumma fino al 15 Settembre 2011

Siamo lontani dalle pennellate carnose di Stag at Sharkey’s dello statunitense George Bellows (1882 – 1925), che caricano l’immagine di intensa energia vitale. I disegni su carta, i collages fotografici in bianco e nero di Wardell Milan declinano corpi di molossi della boxe di tutti i tempi sfigurati da pozze di colore, disarticolati da tagli e riassemblaggi cartacei, mostrando l’aspetto più vulnerabile di una irreprensibile e virile mascolinità. La fragilità acquista un potenziale espressivo elevatissimo e la sconfitta viene sublimata facendosi autentico eroismo.

Il collage è anche il medium prediletto dall’artista per condurre una riflessione sul concetto di bellezza come diktat della società odierna. L’intento della serie Heroine: Nudes and Landscape, dirà l’artista, è “[…] quello di ricalibrare l’idea del super-modello come super-eroe; le icone posseggono il potere di […] imporre un senso di distacco dal reale; io intendo neutralizzare questa distanza distruggendo le icone […]”.

Nei lavori della serie Tulipomania, infine, le forbici vengono sostituire da colori e pennello. Qui la critica è già tutta nel tema. I lavori si ispirano infatti alla prima bolla speculativa della storia, verificatasi in Olanda durante la cosiddetta età dell’oro di XVIII sec., quando i bulbi dei tulipani raggiunsero pezzi esorbitanti per poi crollare d’improvviso. Oggi come ieri, il prezioso fiore costituisce uno degli orgogli non soltanto della cultura, ma anche dell’economia olandesi. E la sua storia – nonché il suo profilo – ben si presta a condurre una riflessione sul desiderio di possesso (fatto di amore, idolatria, malinconia, perdita, ma anche anticipazione) come frutto di una persuasione che diventa così potere di condizionamento e fascinazione dell’individuo.