Samantha Rosenwald – Penis Envy

Dal 10 ottobre al 20 novembre 2020

La Galleria Annarumma è lieta di presentare “Penis Envy”, la prima personale europea di Samantha Rosenwald.

Nella psicologia freudiana, si dice che una volta che una bambina vede per la prima volta un fallo, si accorge della sua mancanza. Questa epifania formativa, teorizza Freud, sprona una gelosia e una brama per il pene maschile. I dipinti di Samantha Rosenwald sono quindi un’interiorizzazione cinica e umoristica di queste teorie. Attraverso giochi di parole, familiari riferimenti alla storia dell’arte e alla memetica sociale contemporanea, Samantha si “autoessenzializza”  beffardamente per sfidare e ricambiare le tradizioni sessiste che pervadono la storia dell’arte e la storia della teoria critica. L’artista usa le matite colorate per creare tutte le sue opere. Il mezzo è piccolo, banale e non sofisticato, capace quindi di porsi in modo ironico nei confronti della tradizione delle belle arti. Attraverso questo mezzo poco frequentato, non solo si crea una dissonanza tra la cd. arte alta e arte bassa, ma la Rosenwald caratterizza in modo chiaro il proprio lavoro. L’uso visibilmente frenetico e maniacale delle matite, rivela inoltre una ironica e frustrante ricerca della grandezza attraverso un mezzo sostanzialmente inadatto ad ottenerla.

Annarumma gallery is pleased to present “Penis Envy”, the first european solo exhibition by Samantha Rosenwald.

In Freudian psychology, it is said that once the young female sees a phallus for the first time, she becomes aware of her lack. This formative epiphany, Freud theorizes, spurs a jealousy of and a lust for the phallus. Rosenwald’s paintings are therefore a cynical and humorous internalization of these theories. Through visual pun, familiar art historical reference, and contemporary social memetics, Samantha mockingly self-essentializes herself in order to challenge and reciprocate the sexist traditions that pervade the history of art and the history of critical theory. Rosenwald uses colored pencil to create each of her works. The small, unsophisticated material creates a point of mocking contrast to the traditional legacy of fine art. Through this untraditional medium, she not only creates a dissonance between high brow and low brow, but she also points to her own labor. The visibly frantic and manic use of pencils illuminates the frustratingly humorous pursuit of greatness in an innately incapable medium.