Siro Cugusi, Haavard Homstvedt, Francisco Mendes Moreira, Robert Nava, Milly Peck – Like no Other

Dal 1° giugno al 30 giugno 2018

Un italiano, un norvegese, un portoghese, uno statunitense e un inglese, insieme a Napoli, per “Like no Other”, collettiva che fa da consuntivo di un’intensa attività di lavoro della galleria Annarumma che, il prossimo anno, festeggerà il traguardo di diciassette anni di attività.
Siro Cugusi (1980) è l’unico italiano in mostra e vanta un curriculum che lo proietta tra gli artisti emergenti a livello internazionale. Per formazione accademica, Cugusi «fa sua la tradizione pittorica italiana rinascimentale», ci ha spiegato Francesco Annarumma. In mostra, due lavori a olio di grandi dimensioni. Il primo ha un gusto caramellato, dove il rosa pallido è il colore prevalente, con coni e anfore che imbandiscono una tavola dal messale bianco latte. Di fondo, un azzurro cielo è spezzato da un pergolato marrone. Il lavoro ha il profumo del mare. Anche nella seconda opera torna il rosa, questa volta più carico. Di figurativo, in questo lavoro, c’ è ben poco, solo l’osservatore attento si accorge che è della stessa mano. Il grigio, il beige e il nero sono forme astratte, la pittura potrebbe apparire stesa di spatola, tanto è spessa. Cugusi stupisce ma non sorprende per tecnica pittorica, a differenza del collega norvegese Haavard Homstvedt (1976) che, del gruppo in mostra, è l’unico a vantare presenze museali e partecipazioni ad Art Basel nella sezione Art Unlimited. In esposizione, lavori su carta realizzati con tecnica mista. Anche gli osservatori più distratti rimarranno colpiti dai colori psichedelici, sgargianti, dal verde acido al rosso pompeiano. Una coppia dal volto concettuale, vestita di verde fluorescente ne ricorda un’altra, quella dei contadini di Grant Wood. Delle stesse dimensioni del quadro, una cornice bianca racchiude un’immagine femminile dal fondo rosso, fatta di coriandoli, ricordando Tano Festa.
Il portoghese Francisco Mendes Moreira espone sei composizioni oniriche realizzate a pastello su cartoncini di recupero. Il suo immaginario ha un’identità pittorica non ancora definita, spaziando da Matisse a Kandinskij, con lavori che ricordano, talvolta, i cartoni di Disney o le figure femminili picassiane.
Robert Nava (1985), statunitense, con due tele di grandi dimensioni espone per la prima volta in Europa. La sua pittura è solo apparentemente istintiva. Studi preparatori precedono sempre le sue opere, realizzate con tecnica mista, spray, olii e pastelli a cera. Nava fa sua la pittura di Basquiat convincendo l’osservatore con i suoi tratti “infantili” e con composizioni elementari.
Milly Peck (1990), inglese, espone scenografie urbane intarsiate e dipinte su tre tavole in legno: scale, finestre e porte dal tratto pop. Un’intimità di vita quotidiana pervade le sue opere. Il bianco, il nero e il beige creano geometrie e la tridimensionalità delle incisioni ricordano le sculture di Craig-Martin.