Haavard Homstvedt
Ripple Sole

29 Ottobre 2010 – 19 Gennaio 2011

 

La stagione espositiva della galleria annarumma prosegue accogliendo negli spazi di via Carlo Poerio la prima personale in Italia di Haavard Homstvedt, giovane artista norvegese il cui lavoro ha già avuto un notevole riscontro internazionale, culminato nella sua presenza ad Art Basel nel 2008 nella sezione Art Statements.

Homstvedt, reinventando Morris, si serve, per la realizzazione dei suoi dipinti, di necessità temporali proprie del lavoro artigianale. Egli procede recuperando i materiali di lavori precedentemente realizzati e li inserisce in nuovi progetti: è un processo di giustapposizione alla maniera impressionista, dove però i colori non sono più pennellate affiancate le une accanto alle altre, ma scampoli di pittura sovrapposti.

In tal modo, un sottile ma ben evidente  fil rouge cuce insieme tutti i lavori, generando ciò che lo stesso artista definisce “memoria di produzione”: non è l’ elemento che si ripete, ma la materia che ritorna. E il recupero di un’idea artigianale dell’arte non risiede più in sofisticazioni teoriche sulla gerarchia delle arti o su riferimenti a più o meno espliciti ricorsi storici: esso, infatti, serve ad Homstvedt per porre in risalto quello che costituisce il nucleo della sua ricerca artistica, ovvero un’analisi delle modalità di costruzione dell’opera d’arte.

Da questo sedimento di pigmenti stratificati emerge un universo popolato ora da esili ombre mutuate dalle atmosfere fumose delle metropoli contemporanee, ora sagome colorate in odore di fantasia, costruttori di microcosmi visionari, che sembrano attingere al repertorio millenario degli eventyr (le antiche fiabe norvegesi) e che si vestono di uno stile esplicitamente debitore del Rosemaling (la tradizionale pittura decorativa norvegese, affermatasi a partire dal 1750), ancora una volta limando la distanza tra pittura e arti decorative.