Gabriele Di Matteo
Land Art dal Terrazzo

Inaugurazione: Venerdì 19 Aprile ore 18,30

Come sempre nel suo lavoro Di Matteo rimette in questione il ruolo della pittura attraverso la retorica della riproduzione, la contrapposizione tra copia e originale cosi come la nozione dell’autorialità nell’arte contemporanea. Oltre a ciò l’artista pone l’immagine pittorica alla prova del suo potenziale espressivo saggiandone la possibilità intrinseca di costruire una struttura narrativa. Lo sdoppiamento come  strategia discorsiva implica che la pratica di lavoro si affetti a partire da pratiche di messa a confronto fra poli opposti.

In continuità con questa ricerca, il suo progetto Land Art dal Terrazzo prende forma ispirandosi a due correnti artistiche completamente diverse, sia dai punti di vista cronologico e concettuale, sia per le loro fortune critiche[1]: da una parte la Scuola di Posillipo, rivoluzionaria e antiaccademica alla sua nascita ma ora quasi completamente dimenticata fuori da Napoli; dall’altra il movimento della Land Art, riconosciuto a livello mondiale come uno dei movimenti artistici più rilevanti e influenti del ventesimo secolo, e più specificamente l’opera di Robert Smithson.

Il filo conduttore è ovviamente il paesaggio: nella Scuola di Posillipo come unico tema – specialmente la veduta dal terrazzo; nella Land Art come contesto per ogni lavoro “marked sites”

In mostra le opere e la vita di  Robert Smithson si ritrovano come catapultate nellla storia della scuola di Posillipo. All’orizzonte della loro vista appare come d’incanto la sagoma del Vesuvio. mentre le carte intelate di Pitloo, i disegni e gli acquarelli di Giacinto Gigante e gli olii su tela di Duclere e Carelli sono trasferiti idealmente, nelle didascalie che richiamano l’impianto dei libri da cui sono stati estratti, alla galleria Annarumma.

Land Art dal Terrazzo mette in rapporto due movimenti artistici distanti tra di loro e tra cui non c’è stato ovviamente nessun contatto ne influenza, è semplicemente una operazione artistica e concettuale, un récit che ha permesso a Gabriele Di Matteo, attraverso un gioco di specchi immaginari, di continuare a esplorare le possibilità espressive della ripetizione nella pittura.