amoroso teofilo

Giovedì 23 Settembre ore 19,00 – fino al 21 Ottobre 2011

Modernità e tradizione, antico e nuovo, media d’avanguardia e consolidata abilità artigiana: l’arte gioca con antinomie e contrari per svelarsi prodotto dello stare al mondo, inteso come esser parte di un corpus sociale e figli di un tempo culturale ben determinati. Questo il leitmotiv della doppia personale che inaugura la stagione espositiva 2010/2011 della galleria annarumma.

Roberto Amoroso (1979; vive e lavora a Napoli) ancora una volta attinge dal guardaroba informatico per condurre la sua personalissima analisi del contemporaneo. Il pirata protagonista delle opere in mostra, moderno Capitan Uncino nascosto da occhialoni da nerd, ci traghetta nel cavilloso mondo del diritto d’autore: l’intento è quello di una riflessione sulla spinosa questione della proprietà intellettuale, dell’arte come bene teso tra acquistabilità, atto fisico e irripetibile, e acquisibilità, azione mediatica e riproducibile. Secondo una prassi diventata ormai un vero e proprio modus operandi, il pubblico è chiamato a partecipare attivamente nel processo di realizzazione dell’opera, cosicchè parte di essa è frutto di una moltitudine di interventi parcellizzati*.

Le opere di Giuseppe Teofilo (1981 vive e lavora a Polignano a Mare – Bari) sono il frutto di assemblages, reali o concettuali, di oggetti diversi, tutti ugualmente riconducibili all’universo mitico della tradizione mediterranea. Ciascuno di essi interviene con il proprio specifico significante, dando vita ad un alfabeto segnico che diventa vero e proprio linguaggio d’arte, inteso come valore comunicativo e rappresentativo dell’opera. Ecco che allora un comune tavolo, luogo d’incontri e di scambi, diventa la culla, il piedistallo ideale di un piccolo gozzo in scala – simile a tanti che popolano lo specchio di adriatico antistante le coste pugliesi – e partecipa alla simbologia di quest’ultimo, raccontando della stratificazione culturale su cui è maturata la feconda tradizione di quei luoghi.